Le emissioni odorigene generate da impianti industriali e di tutela ambientale sono spesso causa di potenziali fenomeni di molestia olfattiva in grado di generare malcontento nei cittadini che vi risiedono in prossimità e, per tale ragione, vanno monitorate per contenerle entro determinate soglie tramite azioni di controllo e mitigazione. La caratterizzazione quantitativa e qualitativa dei composti di tipo odorigeno risulta, tuttavia, ancora di complessa esecuzione, sia a causa della soggettività intrinseca della percezione olfattiva sia per effetto dell’influenza delle condizioni meteoclimatiche sui fenomeni di dispersione odorigena e, dunque, sui livelli di fastidio percepiti. Fra le tecniche di misura generalmente impiegate per il monitoraggio degli odori, quelle senso-strumentali con applicazione dei nasi elettronici, più recentemente definiti IOMS (Instrumental Odour Monitoring Systems), rappresentano attualmente la soluzione più efficace per consentire l’investigazione della classe odorigena e dell’intensità di odore e sono in grado di monitorare gli odori in maniera continua ed in tempo reale, coniugando i vantaggi delle convenzionali tecniche di misura strumentali e sensoriali. Gli IOMS rappresentano la tecnologia con il più alto potenziale di sviluppo futuro e quindi risultano essere dei sistemi ulteriormente migliorabili. La mancanza di riferimenti tecnico-normativi in materia di emissioni odorigene rappresenta ancora un fattore limitante per l’impiego di tali dispositivi. Il quadro normativo in materia di odori, tuttavia, è in evoluzione, con l’emanazione di norme e regolamenti in materia sia in ambito nazionale che comunitario ed internazionale. La Norma UNI 11761:2019, in fase di revisione, definisce i requisiti tecnici e di gestione degli IOMS per la misurazione degli odori in aria ambiente, alle emissioni e indoor.