Il passo successivo è l’analisi dei fattori ambientali. L’area in esame ricade completamente in un territorio ad uso agricolo, motivo per il quale la vegetazione è caratterizzata dall’intervento antropico. Si riscontra, quindi, la presenza di seminativo con discreto valore economico ma basso pregio naturalistico e di zone boscate. Dal punto di vista vegetazionale le zone più interessanti sono costituite da boschi ad alto fusto misto e da macchia mediterranea alta. Dal punto di vista floristico all’interno della Regione sono presenti molte specie erbacee spontanee, alcune di interesse comunitario, altre appartenenti alla Lista Rossa Nazionale (lista di circa 2000 entità vegetali ritenute tra le più minacciate, in particolare le specie della Direttiva Habitat e della Convenzione di Berna, le cosiddette Policy Species) e anche le Orchidacee protette dalla convenzione CITES, ma nessuna di esse rientra nell’area oggetto di studio. La fauna è influenzata dalla vegetazione presente ed è composta principalmente da numerose specie di avifauna caratteristiche degli habitat antropici, soprattutto di matrice agricola.
Infine, sono stati analizzati i potenziali impatti che possono verificarsi nelle tre fasi di vita del progetto: costruzione, esercizio e dismissione. Nel dettaglio è stato valutato che la vegetazione può essere disturbata durante la fase di costruzione a causa della movimentazione e dell’impermeabilizzazione del suolo e anche dalla produzione di polveri \cite{2013}, ma le specie presenti sono caratterizzate da un’elevata resistenza, quindi capaci di ripristinarsi autonomamente una volta terminato il fattore di disturbo \cite{Ensano_2019}. Anche la flora viene disturbata in fase di costruzione a causa della riduzione temporanea di habitat per la realizzazione di piazzole e della viabilità di accesso, ma la copertura erbosa verrà per la maggior parte ripristinata dopo la fase di costruzione. Ne consegue, dunque, che l’opera è poco impattante su vegetazione e flora.
L’avifauna è la componente faunistica che risente maggiormente dell’installazione e del funzionamento della centrale eolica. Il disturbo della fauna avviene soprattutto in fase di esercizio, a causa della possibile collisione tra uccelli e pale eoliche e a causa del movimento e della rumorosità di queste ultime. È stato valutato che, se il numero degli aerogeneratori è inferiore a 5, il rischio di collisione può ritenersi basso. Nel caso specifico vi è la presenza di 8 aerogeneratori, per cui il rischio non può essere considerato trascurabile a priori. Il fattore positivo è che le torri sono di grandi dimensioni, per cui le pale ruotano a velocità al quanto basse risultando ben visibili agli uccelli ed inoltre, le torri sono posizionate a distanza sufficientemente elevata le une dalle altre, in modo da limitare la possibilità di collisione. Si può dunque affermare che l’opera ha un impatto modesto sulla fauna.