Una volta prelevati e trasferiti in laboratorio, ai campioni sono stati addizionati i prodotti farmaceutici in tre diversi tipi di miscela,  in modo da disporre di tre livelli di tossicità, a seconda dei valori iniziali di carbonio organico totale (TOC):
-        Elevata tossicità (M1): 10 mg/L per AMX, 5mg/L per CBZ e 2.5 mg/L per DCF
-        Media tossicità (M2): 5mg/L per AMX, 2.5 mg/L per CBZ e 2.5 mg/L per DCF
-        Bassa tossicità (M3): 2.5 mg/L per AMX, 2.5 mg/L per CBZ e 2.5 mg/L per DCF
La concentrazione di DCF è costante, perché non è stato osservato alcun effetto tossico relativo allo stesso in campioni di acque reflue trattate e non trattate.\cite{Naddeo_2010}
Il campione, dopo essere stato riversato in una nave cilindrica, opportunamente addizionato alla miscela, è stato bombardato con un generatore di ultrasuoni dotato di tromba al titanio.
Gli ultrasuoni hanno innescato il processo di cavitazione, che consiste nella formazione di piccole bolle nel mezzo liquido e il loro successivo collasso.
La cavitazione ha due effetti la degradazione di inquinanti e la produzione di radicali liberi.
Purtroppo, come già osservato in altri studi\cite{Zhang_2008}, poiché questi prodotti farmaceutici sono solubili in acqua e non volatili, la degradazione all’interno della bolla di cavitazione dovrebbe essere insignificante e, quindi, l’unico meccanismo di degradazione efficace sui prodotti farmaceutici sono le reazioni indotte dai radicali idrossilici.\cite{Hartmann_2008}
Per monitorare la concentrazione dei farmaci durante l’esperimento e  la concentrazione di ciascun farmaco, tramite il picco caratteristico dell’assorbanza ,si è utilizzato  uno spettrofotometro UV .
L'obiettivo è stato quello di valutare l'ecotossicità del campione prima, durante e dopo il trattamento, al variare della concentrazione iniziale del substrato, della potenza applicata, del pH della soluzione, dell’effetto dello sparging d’aria, e della formazione di H2O2 .
Per conoscere l’ecotossicità sono stati utilizzati un crostaceo il Daphnia magna, una microalga la pseudokirchneriella subcapitata, e un crescione inglese (pianta)  il lepidium sativum, prima e dopo il trattamento senza diluire i campioni.\cite{Naddeo_2009a}
I parametri presi in considerazione per monitorare la tossicità sono il TOC, la domanda chimica di ossigeno (COD) e quella biochimica di ossigeno (BOD5 ). 
 Si è compreso che per i singoli prodotti il tasso di degradazione aumenta linearmente con le concentrazioni iniziali di TOC, invece, per le miscele il tasso risulta indipendente dalla concentrazione iniziale di TOC.
Presi singolarmente né AMX né CBZ si sono rivelati tossici per P. subcapitata quanto la miscela M1 addizionata prima della sonicazione a dimostrazione del fatto che la tossicità è sinergica in caso di miscele.
Per P. Subcapitata si è osservato che:
Per quanto riguarda la D. Magna solo la miscela M3 ha mostrato una lieve tossicità (immobilizzazione del 20%) prima e dopo sonificazione .
La tossicità dei campioni per L. sativum (mediante indice di germinazione, indice GL,%), valutata per la prima volta in questo studio, è diminuita dopo aver addizionato il campione con le miscele dei farmaci\cite{Naddeo_2009a}.
Lo studio ha dimostrato come i prodotti farmaceutici in miscela agiscano sinergicamente nell'aumentare la tossicità delle acque reflue. 
L'utilizzo della sonicazione a bassa frequenza si è rivelato efficace sia sulle miscele che sui singoli farmaci, soprattutto  con la maggiore densità di potenza applicata, in condizioni acide e in presenza di aria disciolta , anche se la tossicità su P. Subcapitata è aumentata.

Possibili sviluppi futuri

L'obiettivo principale del lavoro è stato cercare le migliori condizioni per effettuare una depurazione efficace delle acque reflue al fine di consentire il riutilizzo delle stesse in totale sicurezza.
L'applicazione della sonicazione a bassa frequenza, tuttavia, si è rivelata efficace solo per miscele a media e bassa tossicità, rivelandosi inutile, se non addirittura dannosa, per le miscele ad elevata tossicità.
Quindi, a mio parere, il trattamento ultrasonico è da utilizzare "con le pinze" e non può considerarsi una soluzione definitiva al problema dell'inquinamento delle acque a causa di prodotti farmaceutici.
Un ulteriore approfondimento andrebbe effettuato sui rischi, che i residui di questi cocktail farmaceutici, presenti nelle acque reflue, costituiscono per la salute umana e quelli legati all'aumento della resistenza dei batteri agli antibiotici. 
Inoltre, la recente epidemia di Coronavirus evidenzia l'importanza della disinfezione per proteggere la salute pubblica.
Nella ricerca e nell'innovazione andrebbe studiato cos'accade quando si verifica la compresenza di prodotti farmaceutici con il Coronavirus nelle acque e quali rischi ci siano per la salute.
Infatti sebbene l'amministrazione statunitense per la sicurezza e la salute sul lavoro (OSHA) affermi che le attuali condizioni di disinfezione nei depuratori, come l'ossidazione con ipoclorito o acido peracetico e l'inattivazione mediante irradiazione ultravioletta (UV), dovrebbero essere sufficienti per proteggere i lavoratori delle acque reflue e la salute pubblica non ci sono ancora studi e conferme a riguardo.
Si afferma dunque l'importanza del trattamento terziario delle acque reflue al fine di garantire la sicurezza degli ambienti acquatici,  tramite la collaborazione di più esperti provenienti da più settori ,per evitare danni alla salute pubblica.