Il trattamento e lo smaltimento dei fanghi rappresentano il 50% dei costi totali dei trattamenti a fanghi attivi negli impianti. La digestione anaerobica si utilizza per la stabilizzazione dei fanghi, la quale risulta in una riduzione della quantità di fanghi e nella produzione di biogas, tuttavia questo processo è un processo lento, il quale comporta tempi di residenza prolungati nelle vasche di digestione, che sono inoltre molto volumetriche. Ciò porta a trovare nuove soluzioni tecnologiche per ridurre la produzione di fanghi attivi. Il processo di trattamento di acque reflue a fanghi attivi è uno dei più utilizzati perché l’efficienza del processo è elevata a costi sopportabili. La difficoltà si trova nella generazione di fanghi che devono essere smaltiti, aumentando i costi. Una delle possibili soluzioni proposte dallo studio condotto da Naddeo et al. \cite{Naddeo_2009} propone l’applicazione di un processo innovativo per il pretrattamento con ultrasuoni dei fanghi di depurazione. I principali vantaggi del pretrattamento dei fanghi sono l’aumento della solubilizzazione del COD e il miglioramento della biodegradabilità anaerobica, comportando così migliori risultati nella digestione anaerobica dei fanghi e, come conseguenza, la riduzione della quantità di fanghi di depurazione che dovrebbero essere smaltiti. Un altro vantaggio è l’aumento della produzione di biogas risultante da questo processo, il quale può essere utilizzato come fonte di energia per il processo di depurazione. A seguito, l’applicazione a scala reale di questa soluzione alternativa comporterebbe non solo benefici economici ma anche un’ottimizzazione dei processi di depurazione dei fanghi negli impianti di trattamento di acque reflue a fanghi attivi.