L’ozonizzazione potenziata con ultrasuoni
Come esempio illustrativo, si riporta lo studio effettuato da \cite{Naddeo_2015}. L'obiettivo dello studio era quello di valutare le rese di rimozione e le velocità di degradazione di composti farmaceutici sia nel caso di singole soluzioni sia nel caso di miscele complesse, una volta considerando come trattamento la sola ozonizzazione e successivamente combinando il processo di ozonizzazione con gli ultrasuoni (O3/US).
Ipotizzando che le velocità delle reazioni non dipendano dalle concentrazioni dei componenti, ovvero che un reagente si consumi sempre alla stessa velocità fino alla sua completa scomparsa \cite{Naddeo_2009}\cite{Naddeo_2015}, sono state utilizzate concentrazioni di contaminanti (10 mg/L) superiori a quelle che solitamente si riscontrano nella realtà. L'ozonizzazione era garantita da un sistema dotato di lampade ultraviolette che consentivano di separare le molecole di ossigeno presenti in un flusso d'aria costante per la produzione dell'ozono. L'ozono necessario, tramite un diffusore, veniva poi spinto in un reattore , al centro del quale era posizionata una sonda. Un generatore collegato ad essa consentiva di produrre ultrasuoni e quindi di immettere gli stessi nella miscela contenuta nel reattore, combinando di fatto i due processi.