Il principale riferimento normativo per la caratterizzazione dei siti contaminati è la Parte IV, Titolo V “Bonifica dei siti contaminati”, del DL.vo 152/2006 “Norme in materia ambientale” che dalla sua emanazione ha subito numerose modifiche e integrazioni . Per completezza è da citare anche il DM 471/1999 “Regolamento recante criteri, procedure e modalità per la messa in sicurezza, la bonifica e il ripristino ambientale dei siti inquinati, ai sensi dell’articolo 17 del Decreto Legislativo 5 febbraio 1997, n. 22 e successive modificazioni e integrazioni” , poiché molti concetti sono stati introdotti proprio da questa precedente norma. Il DL.vo 152/2006 e s.m.i. prevede il Piano di caratterizzazione all’art. 242 “Procedure operative e amministrative” e fornisce indicazioni sulla sua redazione nell'Allegato 2 “Criteri generali per la caratterizzazione dei siti contaminati”. L’Allegato 2 specifica in premessa due concetti importanti: gli obiettivi della caratterizzazione e l’obbligatorietà delle verifiche da parte delle pubbliche autorità \cite{calabria}.Per capire se un sito è contaminato bisogna effettuate la "caratterizzazione del sito" che è ciò che abbiamo intenzione di affrontare nel presente studio. Sul territorio italiano sono presenti 41 principali siti contaminati d’interesse nazionale (SIN). La superficie complessiva a terra dei SIN rappresenta lo 0,57% della superficie del territorio italiano. La problematica complessivamente interessa, ad eccezione del Molise, tutte le Regioni italiane. In termini di avanzamento complessivo delle procedure a terra per 35 SIN si osserva che la caratterizzazione è stata eseguita ad oggi in oltre il 60% della superficie sia per i suoli che per le acque sotterranee, gli interventi di bonifica/messa in sicurezza sono stati approvati con decreto in più del 12% delle superfici (17% nel caso delle acque sotterranee) e il procedimento si è concluso nel 15% della superficie complessiva per i suoli e nel 12% per le acque sotterranee (dati ISPRA, Aprile 2019).