A valle quindi, della redazione dell'MCP è possibile redigere un piano di indagini: nel contesto di un Piano di Caratterizzazione Ambientale inerente un’area urbana redatto nel 2018, era stato evidenziato un superamento delle CSC per il parametro mercurio nel suolo, per cui il sito era stato definito potenzialmente contaminato. Il piano di indagini del sottosuolo era stato svolto tramite GPR (ground penetrating radar) e furono realizzati 8 sondaggi geognostici a carotaggio continuo, fino alla profondità di circa 9 m e 6 trincee esplorative di 2x1x1 m. I fori di sondaggio erano stati allestiti a piezometri per studiare il comportamento e le caratteristiche chimico fisiche della falda acquifera, mentre le carote erano state analizzate dal punto di vista litologico e chimico. L’assetto stratigrafico individuato mostrò la presenza di un livello di circa 8 metri di spessore composto prevalentemente da limi che variavano da argillosi a sabbiosi, il quale poggiava su un livello composto principalmente da sabbia fine di colore scuro. Dal punto di vista idrogeologico il livello composto da materiale limoso era attribuibile ad un acquitardo. Dalle analisi chimiche effettuate sui campioni di acqua è stato possibile notare che queste risultavano prossime a valori di anossia, suggerendo la presenza di processi di ossidazione della materia organica, con consumo di ossigeno e produzione di CO2. Alcuni elementi come As, Mn e Fe superavano le soglie di contaminazione previste dalla normativa; questi ultimi due in particolare erano presenti in concentrazioni molto superiori ai limiti di legge. Sono state eseguite inoltre cinque campagne di misurazione finalizzate alla ricostruzione di profili di conducibilità elettrica (CE) all'interno dei piezometri. I risultati hanno mostrato un aumento di CE con l’aumentare della profondità, indicando la presenza di una stratificazione chimica per apporti di acque di diversa natura. In particolare, i valori più alti di CE furono riscontrati nei periodi caratterizzati da intense precipitazioni, suggerendo un contesto di dreno della falda con acque aventi salinità maggiori. Per ciò che concerne il suolo, i campioni analizzati hanno confermato una discontinua ma diffusa presenza di mercurio nel terreno. Le maggiori concentrazioni sono state registrate nell'area Nord-Est del sito. I risultati ottenuti hanno rappresentato la base per la successiva analisi di rischio sito-specifica, e per gli interventi di bonifica \cite{mercurio}. Si precisa che nel momento in cui viene effettuato un piano di indagini, vanno adottate dovute precauzioni in quanto ciò che si vuole assolutamente scongiurare è una possibile diffusione degli inquinanti stessi: ad esempio per i livelli acquiferi è possibile che si crei un vero e proprio percorso di migrazione per i contaminati. Possiamo dire quindi che si passa da un modello preliminare ad uno definitivo aumentando in modo considerevole il grado di dettaglio in quanto quest'ultimo viene effettuato solo a valle di un piano di indagine.
A valle di tale piano viene effettuata la validazione delle indagini che sono state condotte e che vengono racchiuse in un verbale di prelievo. Tutto ciò consente di confermare o smentire le ipotesi effettuate in via preliminare che vengono successivamente definite con certezza. A questo punto può dirsi concluso il piano di caratterizzazione del sito e si passa, se le concentrazioni riscontrate in sito siano effettivamente maggiori delle CSC di normativa, ad effettuare un'analisi di rischio in cui vengono utilizzati appositi software che consentono di calcolare le concentrazioni soglia di rischio. L'analisi di rischio costituisce, quindi, una parte finale della caratterizzazione del sito in cui riusciamo ad identificare gli obiettivi di bonifica e di stabilire se effettivamente il sito è contaminato. Il documento di Analisi di Rischio è quindi richiesto qualora i risultati del Piano della caratterizzazione accertino il reale superamento delle CSC.
Considerazioni conclusive
Dal presente studio sono stati messi in evidenza i punti salienti che si attraversano nel momento in cui un sito è definito potenzialmente contaminato. L'iter tecnico-amministrativo rappresenta una guida fondamentale per lo sviluppo del piano della caratterizzazione ambientale dal quale il team di tecnici non può assolutamente prescindere; il Testo Unico Ambientale, infatti, non è soltanto una norma amministrativa da seguire ma rappresenta anche un testo tecnico che gli enti competenti pubblici e privati devono adottare. Quando viene effettuato un piano di caratterizzazione ambientale, all'ente di competenza dovranno essere consegnati tutti gli elaborati redatti durante le sei fasi eseguite, inserendo in modo dettagliato tutte le attività effettuate e calendarizzate durante le fasi di lavoro. Un punto critico che può essere riscontrato in questo iter è il tempo necessario per l'attività di caratterizzazione.