Introduzione

Gli impianti di acque reflue sono considerati una delle fonti principali di inquinamento nelle zone urbanizzate \cite{2001};\cite{Gostelow_2001};\cite{Zarra_2008}\cite{Giuliani_2014}.
Essenziali per la regolazione ed il controllo degli odori sono le misurazioni odorigene \cite{Ueno_2009}.
Il principale parametro per la misurazione dell’odore è la sua concentrazione all’interno dell’aria.
Per determinare la presenza di odori o sostanze odorigene nell’ambiente, si effettuano generalmente due fasi:
·         La prima fase è quella di campionamento \cite{zarra2012};  
·         La seconda fase è quella di analisi.
Per ciò che concerne la prima fase non ci sono molte linee guida da poter seguire. Per la seconda fase vi sono molteplici procedure standardizzate \cite{Nicell_2009};\cite{rosso2012}.   
In Europa, l’analisi degli odori avviene prelevando campioni odorigeni e sottoponendoli all’olfattometria dinamica \cite{bhuyan2012}.
Attualmente esistono diverse metodologie per l'analisi di olfattometria dinamica che variano al variare delle nazioni. Ad esempio, nel Nord America c'è la (USA ASTM 679-04: 2011), in Nuova Zelanda la (AS/ NZS4323:2001), in Europa si utilizza la (EN13725:2003), mentre nei paesi asiatici si utilizza il metodo triangolare del sacchetto di odore (TOBM). Queste due ultime metodologie sono oggetto di confronto dell'articolo \cite{belgiorno2016}.
Anche se metodi differenti, essi hanno in comune la metodica di annusare il campione di aria diluita. Tuttavia, le apparecchiature di diluizione, i metodi di stima della soglia e le procedure di selezione delle persone preposte sono diverse \cite{Higuchi_2004}\cite{Ueno_2009}.