Applicazione degli strumenti IOMS: due casi studio italiani

Come è ormai noto, i cattivi odori provenienti dalle fabbriche e dagli impianti portano spesso i residenti che abitano nelle vicinanze a contattare le autorità competenti segnalando la problematica \cite{naddeo2021a} \cite{zarra} \cite{romain}; inoltre, le emissioni odorigene particolarmente intense possono avere un impatto negativo sia sulla salute umana sia sul turismo dell'area coinvolta e di conseguenza sulla sua economia \cite{belgiornob} \cite{belgiornoc}. Tuttavia è complicato stabilire dei limiti normativi entro i quali queste emissioni devono rientrare a causa dell'elevata componente soggettiva della percezione degli odori: essi vengono infatti considerati, in generale, difficili da misurare \cite{belgiornod}. Nell’ambito di un monitoraggio continuo di queste emissioni, l’Università di Bari, supportata dai finanziamenti del progetto Horizon 2020 dell’UE, che finanzia la ricerca e lo sviluppo, ha potuto dare vita al progetto ODORPREP (Automated Odor Emission Sampler), in funzione dal 1 Marzo 2017 e fino al 28 Febbraio 2019 nella città di Taranto. Per la sua realizzazione, gli sviluppatori hanno progettato una applicazione per smartphone utile per i cittadini a segnalare emissioni di odori forti e poco piacevoli e collegata a numerose unità di raccolta sparse per la città che collezionavano un campione d’aria poi da analizzare in laboratorio. ODORPREP ha anche sviluppato dei nasi elettronici, proprio secondo la tecnologia IOMS, per permettere un monitoraggio continuo dell’aria, prevedendo addirittura eventuali emissioni dannose o di disturbo per l’uomo. È stato grazie a questo esperimento e soprattutto al feedback dei cittadini che è stato possibile quindi studiare la qualità dell’aria in maniera tempestiva e continuata proprio perché i tempi che andavano dal riconoscimento degli odori da parte dei cittadini fino allo studio delle emissioni stesse sono stati particolarmente brevi e hanno condotto a risultati soddisfacenti.